La protesi di spalla è la più giovane tra gli impianti protesici delle grandi articolazioni, attualmente questi impianti sono in rapido e progressivo aumento, sia per la qualità dei risultati ottenuti ed il follow up aumentato ad oltre 30 anni, che per il miglioramento della qualità dei modelli protesici e delle conseguenti tecniche chirurgiche. Le indicazioni, una volta più ristrette, si sono ora allargate e a seconda del tipo di patologia da trattare: traumatica, degenerativa o di revisione sono a disposizione più impianti protesici e la scelta su quale sia il più appropriato rappresenta una grande sfida per il chirurgo ortopedico. Gli impianti variano dalle endoprotesi, alle protesi totali di rivestimento, a quelle anatomiche ed alle protesi inverse. Queste ultime introdotte in Europa alla fine degli anni '80 e poi negli Stati Uniti dopo circa 20 anni, hanno avuto una veloce espansione tanto da diventare nel 2015 il modello protesico di spalla più impiantato nel mondo. Ma essere il modello più utilizzato vuole dire anche essere quello che rappresenta il rimedio a tutti i problemi? Va ricordato che sono aumentate nel tempo anche le complicanze, sicuramente statisticamente dovuto al maggiore numero di impianti ma anche alle problematiche relative agli specifici modelli protesici. Infine modelli protesici diversi comportano recuperi funzionali diversi o le protesi vanno tutte riabilitate allo stesso modo?
Obiettivo di questa giornata è cercare di dare alcune risposte e chiarimenti a questo tema di grande attualità.
Per questo Vi aspetto a Modena numerosi e partecipativi.
Dott. Stefano Boschi